
Il 2025 segna la conclusione di due percorsi significativi: quello del Rettore Nicola Leone alla guida dell’Università della Calabria e il mio mandato all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. In questi anni, ho avuto il privilegio di osservare da vicino la crescita e l’evoluzione dell’Unical, un’istituzione che ha saputo affrontare con visione e determinazione le sfide del mondo accademico e del territorio.
Per celebrare questo percorso e riflettere su quanto costruito, ho avuto il piacere di intervistare il Rettore Leone. Ne è nato un confronto che mette in luce le strategie adottate per rafforzare l’Ateneo, il valore della comunicazione istituzionale e il legame tra università e territorio.
Il mandato del Rettore Nicola Leone all’Università della Calabria: trasformazione e crescita
Rettore Leone, quale momento ritieni sia stato il più significativo del tuo mandato e come pensi abbia contribuito a definire l’identità e il posizionamento dell’Università della Calabria?
Uno dei momenti più significativi del mio mandato è stata la revisione dell’offerta formativa. Abbiamo chiuso corsi di laurea ormai poco attrattivi, aprendo la strada a nuove attivazioni di grande successo. Al mio insediamento nel 2019/20, infatti, l’Unical registrava un costante calo delle immatricolazioni, che diminuivano da più di un decennio. L’inadeguata numerosità di alcuni corsi causava, peraltro, una perdita per l’Unical di più di 6 milioni di euro annui, in termini di mancati contributi ricevuti dallo Stato. Per affrontare queste criticità, sono stati riorganizzati tutti i corsi di studio, eliminando/accorpando corsi ormai poco richiesti dal mondo del lavoro e con pochissimi iscritti, in favore di corsi di laurea innovativi e al passo con i tempi. Grazie alla riorganizzazione dell’offerta formativa, l’ateneo ha fatto registrare un significativo aumento nelle iscrizioni, che continuano a crescere, progressivamente, ogni anno. Un dato particolarmente rilevante è che ogni anno mille diplomati calabresi in più, dal mio insediamento, scelgono di iscriversi all’Unical anziché emigrare in altre università fuori regione. Questo risultato assume un valore ancora più importante se si considera il contesto generale di denatalità, che sta contribuendo alla riduzione del numero complessivo di iscritti a livello nazionale.
In questi anni, l’Ateneo ha costruito un forte legame con il territorio, favorendo il dialogo con imprese e istituzioni in un contesto sfidante. Quali sono gli esempi più concreti di questo impegno e quali sono, secondo te, le prospettive per il futuro?
Il nostro impegno nel consolidare il legame con il territorio si è manifestato in diverse iniziative concrete, a partire dall’emergenza COVID-19, quando l’università si attivò immediatamente per fornire un servizio al territorio dimostrando un impegno concreto nel supportare la comunità in momenti di crisi. L’azione partì con la produzione di gel disinfettante donato gratuitamente, poi la raccolta fondi per l’ospedale di Cosenza, la realizzazione di prototipi per le cure sanitarie, nonché la realizzazione di una serie di video informativi, come quello sulla preparazione del disinfettante per mani che da solo raggiunse 280.000 visualizzazioni solo sul canale Unical Youtube e fu ripreso da tutte le testate nazionali. Un altro esempio significativo di rapporti con il territorio è la valorizzazione dell’ex Cud a Rende, che presto diventerà un Innovation palace, favorendo sinergie tra le aziende più innovative del settore hi-tech.
Inoltre, l’ex Cud già ospita il Ri-museum, dedicato al tema dei rifiuti e alle buone pratiche, e il Museo interattivo di archeologia informatica, un centro che si occupa di conservazione e valorizzazione della storia dell’informatica. A Cosenza, città capoluogo, abbiamo invece inaugurato il Polo delle professioni sanitarie nel Complesso monumentale di San Domenico, ospitando i corsi di laurea in Infermieristica e Fisioterapia. Questa iniziativa, che a regime porterà un migliaio di studenti in città, si unisce all’incubatore di imprese attivato da un paio di anni sempre nel centro storico, contribuendo alla sua rivitalizzazione. Inoltre, l’università ha attivato a Crotone un corso di laurea interateneo in Medicina, ampliando l’offerta formativa nel settore sanitario e rispondendo alle esigenze del territorio.
L’università rappresenta, inoltre, un punto di riferimento culturale e sportivo per i cittadini dell’area urbana. Il Centro sportivo universitario è frequentato assiduamente dalla comunità locale, offrendo opportunità di attività fisica e benessere. Il nostro teatro propone una stagione ricca di prosa e musica, attirando appassionati da tutta la provincia. Recentemente, abbiamo inaugurato nuove sale cinematografiche aperte al pubblico, ampliando ulteriormente l’offerta culturale disponibile per i cittadini.
Negli anni abbiamo lavorato insieme su diversi progetti e iniziative che hanno contribuito alla promozione dell’Università. C’è un momento o un progetto che ricordi con particolare soddisfazione?
Ogni progetto e iniziativa hanno avuto un valore significativo. Il confronto su temi e progetti, la condivisione di idee e l’impegno comune hanno contribuito a rafforzare la nostra università. In particolare, abbiamo avuto molti confronti costruttivi sui temi della comunicazione e sui meccanismi più appropriati da adottare per valorizzare al meglio l’ateneo, rendendolo sempre più attrattivo per studenti e ricercatori internazionali. Questa collaborazione ha permesso di raggiungere risultati importanti, affinando strategie di comunicazione più efficaci e incisive. Ogni momento di questo percorso rappresenta per me motivo di soddisfazione, perché ha contribuito a dare maggiore visibilità all’Unical e a consolidarne il posizionamento nel panorama nazionale e internazionale.
Anche il mio percorso nel Consiglio di Amministrazione dell’Università della Calabria sta volgendo al termine. In questi anni, ho avuto modo di osservare da vicino il grande lavoro che è stato fatto per migliorare la visibilità e il posizionamento dell’Ateneo. La reputazione di un ateneo, infatti, passa anche attraverso la sua capacità di comunicare in modo efficace. Quanto è stato importante per l’Università rafforzare la propria immagine e quali strategie di comunicazione ritieni che abbiano funzionato meglio?
Come accennato in precedenza, la comunicazione è un settore strategico al quale ho prestato grande attenzione fin dall’inizio del mio mandato, impegnandomi personalmente e quotidianamente per garantirne la qualità. Abbiamo iniziato collaborando con professionisti esterni, con i quali abbiamo riorganizzato un settore che necessitava di una nuova impostazione. Successivamente, abbiamo creato un’area comunicazione interna che, insieme alla figura della portavoce del Rettore, hanno portato avanti le attività comunicative dell’ateneo. Queste strategie hanno contribuito a migliorare la reputazione e la visibilità dell’Università, permettendoci di comunicare in modo più efficace con la comunità accademica e il territorio. Le strategie adottate sono quelle di una comunicazione trasparente, comprensibile e tempestiva verso tutti (studenti, docenti, personale amministrativo e comunità locale) ponendo in primo piano i rapporti con la stampa. Inoltre, grande attenzione è stata riservata ai social media, utilizzati per ampliare la portata delle nostre comunicazioni e coinvolgere un pubblico più ampio. L’adozione di strumenti digitali innovativi ci ha permesso di migliorare l’interazione con gli studenti e di promuovere le nostre iniziative in modo più efficace.
Un’altra strategia fondamentale è stata l’organizzazione di numerosi eventi e iniziative aperte al pubblico, volte a rafforzare il legame tra l’università e il territorio, per le quali è stata creata un’apposita sezione sul portale Unical denominata Agenda e una newsletter che presenta e promuove tutti gli appuntamenti della settimana.
Guardando al tuo percorso, quali lezioni ritieni fondamentali per i futuri leader dell’Università e per chi opera nel campo accademico?
La lezione più importante che ho appreso è che la leadership accademica si fonda sulla trasparenza, intesa non solo come onestà nel comunicare, ma anche come capacità di spiegare con chiarezza le proprie scelte, motivarle e condividerle con la comunità universitaria. Ogni decisione deve essere il risultato di un’attenta valutazione, capace di tenere conto delle diverse prospettive e delle esigenze della comunità accademica, nonché dell’impatto positivo su territorio e società. Ascoltare con attenzione, accogliere suggerimenti e affrontare le criticità con apertura e senso di responsabilità sono elementi essenziali per una gestione efficace. Agire con equità e coerenza, applicando regole chiare e condivise, contribuisce a creare fiducia e senso di appartenenza. Anche grazie a questo, abbiamo costruito un clima di coesione e unità, che ha favorito una collaborazione concreta e costruttiva, permettendoci di raggiungere importanti risultati, tutti insieme.
Grazie Rettore,
Rossana Revello